Random Readings | "Il corso dell'amore", Alain de Botton

Avevo terribilmente bisogno di qualcuno che mi parlasse d'amore.

E chi non ne ha, direte voi.

Ma io avevo bisogno di qualcuno che mi parlasse terribilmente d'amore. Cioè di amore non nel senso astratto e romantico del termine, ma nei suoi aspetti terreni, dannatamente reali, che talvolta sembrano quanto di più lontano possa esistere dall'idea che abbiamo dell'amore.
Non per cinismo ma per onestà, semplicemente.

E questo libro è arrivato nel momento giusto. No, cioè, non che mi sia piovuto dal cielo, ma ce l'avevo in wishlist e ho deciso di comprarlo ora.


Perché avevo bisogno, dicevo, di qualcuno che mi spiegasse il corso dell'amore, la maniera in cui si evolve, cambia, cresce o forse no, ma necessariamente si modifica nel tempo. Quando è costretto a fare i conti con la realtà, con il quotidiano e le sue difficoltà, e allora si mostra per quello che è, ovvero un rapporto umano, vale a dire un rapporto tra persone, e come tale intrinsecamente imperfetto perché tenuto insieme da esseri imperfetti.

E' in questi termini che parla d'amore Alain de Botton in questo libro a metà tra un romanzo e un saggio, che si intitola, appunto, Il corso dell'amore e che ha il grande pregio di parlare del più blasonato dei sentimenti in maniera disincantata, vera, smontando i castelli di sabbia che abbiamo inconsciamente costruito intorno alla presunta esistenza di un'anima gemella e sostituendo ad essa una visione decisamente più razionale dell'amore, ben oltre l'eccitazione della proposta di matrimonio e ben più vicina invece ai piatti tirati, le parole sbagliate e le serate col broncio e le braccia conserte.

La storia di Rabih e Kirsten è il caso-studio di cui l'autore si serve per svelare quanto di razionale ci sia in realtà dietro un matrimonio o una storia d'amore comunque durevole, analizzando con sguardo esterno i comportamenti dei due protagonisti, gli atteggiamenti che assumono l'un l'altro in relazione alle circostanze che li determinano e che giorno dopo giorno plasmano la loro storia d'amore. E' un libro pieno di spunti di riflessione, di frasi da sottolineare, leggere e rileggere, molto interessante sotto il profilo psicologico.

Sarà perché in linea con il mio essere tendenzialmente molto più razionalista che idealista, ma ho molto apprezzato il modo in cui Alain de Botton ci riporta con i piedi per terra, rintracciando la causa dell'infelicità della quale a volte ci sentiamo vittime nell'erronea idea che abbiamo dell'amore, e nella necessità, quindi, di riformularla.

Secondo de Botton, l'amore è comprensione, è negoziazione, è compassione, è capacità di accettare l'altro nelle sue imperfezioni, vulnerabilità e debolezze, tollerare le diversità e ammettere, al contempo, che neanche noi siamo poi così perfetti. E' riconoscere che spesso all'origine di una discussione, di una frase sbagliata o di un inutile malumore c'è la paura, la stanchezza, la confusione. Sentimenti del resto altrettanto umani e leciti, come l'amore.

Non si tratta di abbassare i nostri standard, accontentarsi o arrendersi, ma di accettare le imperfezioni dell'amore.

Una storia d'amore è un percorso e come tale è normale che sia accidentato, che magari non sia asfaltato, che comporti delle cadute e dei ruzzoloni, e che ci si possa far male nel tragitto.
Ma ci si rialza mano nella mano.

"Quella che è più comodo indicare come un'unica relazione ha subito in realtà così tante evoluzioni, disconnessioni, rinegoziazioni, intervalli di allontanamento e ricongiungimento emotivo che è passato attraverso almeno una decina di divorzi e nuovi matrimoni, anche se con la stessa persona."

Photo by Shelby Deeter on Unsplash

L'amore è per tutti.
Basta volerlo.
Basta imparare ad amarsi.

Nessun commento:

Posta un commento