Random Readings | "Una vita come tante", Hanya Yanagihara

Caso editoriale del 2015 - si, arrivo con un netto ritardo - definito in breve come "una storia epica e magistrale sull'amicizia e sull'amore nel XXI secolo".

Si, è una storia di amicizia, ma non solo. Si, c’è anche l’amore, ma non basta. Fondamentalmente è una storia di dolore. Dolore fisico, dolore psicologico, che affligge il protagonista e, di conseguenza il lettore, che non può che provare empatia, e forse pietà, per questa piccola vita (il titolo originale del libro è A little life). Ed è un dolore di cui non ci si libera in alcun modo, non c’è cura, non c’è rimedio. Non ci si salva, né col tempo, né con l’amore.

All’inizio il libro sembra voler parlare della vita di quattro amici, di quelli che si conoscono al college e poi restano insieme per tutta la vita nonostante le circostanze e si, è in effetti così, ma progressivamente poi la storia si concentra su uno solo dei quattro ragazzi, Jude, attorno alla cui tormentata esistenza, frutto di un oscuro passato, gravitano tutti gli altri personaggi.
La scrittura è scorrevole; nonostante la mole del libro sia piuttosto consistente – quasi 800 pagine la versione ebook e più di 1000 quella cartacea – non si fa fatica a finirlo, se non fosse che arrivati a metà si è già capito tutto, il mistero di questo opprimente, traumatico passato che tormenta il povero Jude è stato svelato, e la lettura inizia a perdere interesse.

Manca un'evoluzione dei personaggi, che restano gli stessi a venti come a cinquant’anni, e non sono altro che la loro carriera, oltretutto in ascesa per tutti senza alcuna difficoltà. Manca un contesto storico, un’evoluzione complessa della trama, che giustifichi in qualche modo la lunghezza del testo. Sostanzialmente, i contenuti di questo libro si sarebbero potuti condensare in un libro di 300 pagine senza perdere nulla sul piano emozionale.

Di contro, la ripetitività di certe dinamiche, dei gesti, dei discorsi, delle scene, comunicano un profondo senso di angoscia nel lettore, da cui si fatica a uscire anche una volta terminato il libro. E se è certo che non si possa rimanere indifferenti né a questo libro né alla vita di Jude e al suo significato (se ne ha), è anche vero che è difficile immaginare una vita realmente così costellata di eventi negativi. Il rischio è che essa finisca per apparire quasi grottesca, con il risultato di allontanare il lettore dalle infelici vicende che toccano il protagonista, più di quanto invece non riesca a coinvolgerlo.

Non dico che debba esserci il lieto fine, perché a volte proprio non c’è nella vita, ma questa è una storia che non lascia speranza di rivalsa né di redenzione. E’ drammatica perché non ammette altra possibilità che quella di una fine preannunciata.


Ho letto pareri diversi e anche molto discordanti su questo libro. Se l'avete letto sono curiosa di sapere cosa ne pensate. 

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