Viaggi | Milano e l'Expo

Sono reduce da Expo e, signori miei, visitarlo in un giorno, a una settimana dalla chiusura, è un'esperienza piuttosto traumatica. O più che traumatica direi frustrante. E' tutto un pullulare di gente, un mettersi in fila per qualsiasi cosa - fatta eccezione per il bagno, fortunatamente - e riuscire ad apprezzare l'Esposizione Universale, riflettere sul messaggio che vorrebbe dare, e capire il senso dei padiglioni - ammesso che ce l'abbiano -, in queste condizioni diventa, ahimè, veramente difficile. Per me, il bottino è stato di 7 padiglioni visitati su 13 km percorsi a piedi nell'attraversamento ripetuto del Decumano.
Nota negativa, a parer mio, per la copertura sul Decumano, bassa rispetto alla maggior parte dei padiglioni che, quindi, oltre a non essere visitabili per le file interminabili, sono anche difficilmente visibili (e fotografabili). Nota positiva invece per l'Albero della vita, non entusiasmante di giorno ma davvero spettacolare di sera, coi suoi giochi di acqua e luce, accompagnati dal crescendo musicale, per i quali, personalmente, ho un debole.


Ho apprezzato molto di più l'esposizione Arts&Foods nella Triennale di Milano, alla quale si accede col medesimo biglietto di Expo ma di cui pochi sanno, quindi non è affollata e la visita merita davvero: come da titolo, è una mostra sul rapporto tra arte e cibo, ripercorso attraverso le diverse epoche storiche e correnti culturali, con le più disparate installazioni più e meno artistiche, dai dipinti alle ricostruzioni di cucine e sale da pranzo, agli utensili e gli elettrodomestici. Una mostra completa, simpatica e ben organizzata. Chapeau.

La Triennale di Milano

How I met yoga

Settembre, si sa, is the new Gennaio, (si, signori, siamo a ottobre inoltrato e io sto ancora parlando di settembre) e un po' per caso, un po' di proposito, capita che mi trovi quasi ogni anno a introdurre qualcosa di nuovo nella mia vita, o ad avventurarmi per nuovi percorsi. Questo nuovo percorso, quest'anno, risponde al nome di yoga.

Non so come sia successo esattamente.
In premessa, c'è da dire che mi ha sempre affascinato per il suo essere una disciplina insieme fisica e mentale, che non si limita all'esecuzione di posizioni, ma che si può abbracciare, gradualmente, in maniera sempre più completa, fino a farne un vero e proprio stile di vita. Tuttavia, non avevo ancora avuto modo di avvicinarmici. Forse semplicemente non era ancora arrivato il momento giusto.

Poi è capitato che negli ultimi giorni di Agosto sia incappata per caso sul canale youtube de La scimmia yoga, - uno dei pochi se non l'unico canale dedicato allo yoga in italiano - e mi sia follemente innamorata del modo di Sara (la proprietaria del canale, insegnante certificata di Vinyasa Yoga) di spiegare lo yoga in maniera chiara anche per i perfetti neofiti come me.
Manco a dirlo, due giorni dopo avevo già acquistato il corso e l'ebook, e da lì è stata più o meno una dipendenza. E, signori miei, per me che sono sempre stata pigra, restìa a qualsivoglia attività fisica, annoiata al solo pensiero di andare in palestra, e che, il massimo che facevo era un po' di workout a casa prima dell'estate, è stata una svolta epocale.