Momento nostalgia: noi cresciuti ad Hogwarts

- "Non ti piacerebbe vivere in un libro che hai letto?"
- "Mmm...si, Harry Potter."


L'altra sera è saltato fuori l'argomento. Ed è partito il flashback nostalgico, perché a quelli come me, praticamente cresciuti ad Hogwarts tra un Expecto Patronum e un Avada Kedavra, HP ha davvero segnato l'adolescenza. Stiamo parlando di 10 anni di vita, senza esagerare. Per non dire, poi, che è stato il motivo per il quale abbiamo iniziato a odiare le Poste Italiane, di certo responsabili del mancato recapito a casa di ognuno di noi, della celebre lettera nel giorno del nostro undicesimo compleanno, che avrebbe potuto cambiare per sempre il nostro futuro. Maledette. E quello per il quale sto ancora litigando con mia madre che è contraria al fatto che io tenga una civetta in casa, che invece può sempre tornare utile.




Il primo libro me lo regalò proprio mia madre, forse perché si iniziava a sentirne parlare ma, a dire la verità, io finii di leggerlo solo dopo aver visto il film al cinema. Da lì in poi non l'ho più mollato. Nel 2005 il mio regalo di Natale fu il foglio con la prenotazione del Principe Mezzosangue, che sarebbe uscito il 6 Gennaio. Qualcuno addirittura lo leggeva in inglese perché non si poteva aspettare ancora per avere la traduzione, e quindi poi dovevi star attento agli spoiler, se non volevi rovinarti la sorpresa di chi sarebbe stato il professore di Difesa contro le Arti Oscure dell'anno successivo.


E la cosa più bella poi era immaginare tutti quei personaggi, così diversi e così ben caratterizzati, prima che le loro sembianze nelle nostre fantasie fossero influenzate dai volti degli attori poi scelti per i film. Nel mio immaginario, ad esempio, Sirius era molto più figo, e Bellatrix decisamente più affascinante.

Alcuni dei volumi li ho riletti anche due o tre volte. E ogni tanto mi balena l'idea di rileggerli. Magari in inglese, che non mi farebbe male.

"Mr. and Mrs. Dursley, of number four, Privet Drive, were proud to say that they were perfectly normal, thank you very much. [...]"

Ora sono alle prese con gli Hunger Games, ma niente potrà mai prendere il posto del Torneo Tremaghi nel mio cuore. Ditemi che mi capite.

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